L’eroica vita del contrabbandiere


  • La canzone napoletana ci ha da sempre abituato all’epicizzazione della marginalità, all’apoteosi dei poveri delinquenti che fanno il loro mestiere mentre a casa le mamme pregano Padre Pio, all’assoluzione di Peppe il Chiavico e Tatonno Squartapapere in nome dei loro sentimenti brodosi, alla giustificazione degli scontri clandestini tra pitbull perché bisogna maccheronare i figli. I Contrabbandieri, canzone dei primi anni novanta del neomelodico Nello Amato, sembrerebbe a prima vista il classico caso di encomiastica nei riguardi della sfaccimma criminale. Al di là delle motivazioni sociologiche (“sanno fare solo questo mestiere perché gliel’ha imparato il padre“) e dell’immancabile corredo di Madonnine che vegliano sul narcotraffico, nel ritornello della canzone traspare un surplus di cazzimma: “Sono i contrabbandieri, che corrono ogni notte per fare la guerra ai finanzieri“. La guerra alle fiamme gialle come scopo principale dell’attività del contrabbandiere. Attenti, qui si fa la rivoluzione.

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Commenti

  • Romilda snob il 11-09-2008 alle 17:44

    Bella questa cosa della morte che si siede accanto al contrabbandiere a sfumazzare. Landis ha fatto scuola.

  • Giuseppe il 11-09-2008 alle 21:16

    A me la storia della sigaretta ricorda più il mitico ed ineguagliato capolavoro videoludico "Grim Fandango", vero e proprio trattato sulla morte.

  • Anonymous il 11-09-2008 alle 23:51

    KUROS DA DOVE PRENDI QUESTI VIDEO????

  • Verde natura il 12-09-2008 alle 02:27

    Ma che allegro ritornello.

  • Anonymous il 12-09-2008 alle 04:01

    La stoica consapevolezza con la quale Nello Amato riconosce la duplice natura della "stecca di sigarette" rappresenta, a mio avviso, uno dei momenti più toccanti visti ultimamente su Trashopolis! Efficacissima metafora sull'ineluttabile destino del contrabbandiere. Ho pianto per almeno 10 minuti…Anonimo Del Kaiser

  • Anonymous il 15-09-2008 alle 17:00

    Comunque grandi giri di basso in questo pezzo

  • marco il 06-11-2008 alle 12:05

    Riguardo al passo della traduzione dove sembrava tanto incomprensibile da lasciare il punto interrogativo, a me sembra dica:"un segno di croce e poi cominciano a zompare tutti 'sti cuori (battere forte)" oppure in alternativa offro: "un segno di croce e cominciano a zompare pe' i testa-coda (ossia per sfuggire corrono come pazzi)".La verità è che molti neomelodici non sono veraci napoletani, ma catanesi, palermitani, o anche di altre regioni. Il napoletano è considerato obbligatorio, come l'inglese nella dance, ma poi lo pronunciano con inflessioni varie. Ci ho fatto caso spesso. ciao Kuros, automaticamente un saluto a tutti

  • Strelnikov il 15-11-2011 alle 00:55

    conosco questa canzone da diversi anni e sono sempre stato convinto che il testo dicesse che la morte "s'assett a fianco a lor rind e macchine a vulà" nel senso appunto di correre veloci (ovviamente, vista l'epoca, qualche alfa164 o lancia thema…)

  • Strelnikov il 15-11-2011 alle 00:58

    l'altra passo della traduzione invece mi sembra abbastanza semplice, dice chiaramente "accumenzn a zumpà co chesti cori" cioè cominciano a battere forte i loro cuori