Uffa papi!

  • Abbiamo già detto che in Mamma, papà mi scopa la personalità di Roy Parsifal è ancora immatura, e che il futuro maestro dell’antiporno sembra ancora alla ricerca di quello stile inconfondibile che caratterizzerà i suoi successivi capolavori. In questa sequenza, ad esempio, Parsifal sembra rifare in maniera piuttosto pedissequa il verso a Nabokov e a Kubrick, mostrando un gioco di seduzione padre-figlia che non è proprio il massimo dell’originalità. Se l’attore maschile è truccato come James Mason e la pettinatura della ragazza ci riporta in modo fin troppo evidente al leggendario look di Sue Lyon, la zampina del futuro genio si riscontra nella scelta di far parlare la ragazza con un marcato accento dell’est. Se Michel Ciment ravvisa nella voce femminile “un omaggio alle origini russe dell’autore di Lolita“, Guido Aristarco vi legge “un parallelismo tra la resistenza allo strapotere patriarcale e la rivoluzione bolscevica“. Fatto sta che la fanciulla cede agli insistenti tentativi del genitore dopo il dono rituale di un oggetto non identificato (forse una scatola di Pastiglie Valda senza etichetta), come un’indigena che si lascia abbagliare da uno specchietto e da una collana di perline di plastica.

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Commenti

  • Anonymous il 23-04-2010 alle 17:51

    No, papi. Faccio da sola! (ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale)

  • Anonymous il 23-04-2010 alle 17:55

    Non ci credo. Parsifal è un genio nelle sue analisi socio-politiche.Una domanda per Kuros:il film è stato girato prima o dopo i fatti di Casoria?

  • Anonymous il 23-04-2010 alle 19:58

    "Come è andata a scuola?"Però la va a prendere tipo agli argini di una discarica…

  • mercuzio il 23-04-2010 alle 20:35

    zioscan, deve meritarselo, il regalo, uah uah uah /=

  • saturnuzio il 23-04-2010 alle 21:31

    La scolaretta per meritarsi il regalo deve superare la prova orale.

  • Kuros il 23-04-2010 alle 22:55

    Il film è anteriore ai fatti di Casoria, ma Parsifal è inconsapevolmente profetico allo stesso modo del Virgilio dell'Egloga IV.

  • verde natura il 24-04-2010 alle 01:11

    Papi è moscio come la sua erre.

  • Cammelo il 24-04-2010 alle 02:57

    Chicca.

  • Stefano R. il 26-04-2010 alle 15:39

    Secondo me quell'accento est europeo è il modo che utilizza il Parsifal per conferire all'Opera un valore di denuncia sociale che manca in altri lavori.

    In un certo senso, e questo è già stato individuato in altre sedi, il fatto di ignorare volontariamente alcuni dettagli è una scelta stilistica ragionata e che per me è frutto di un'intuizione geniale; in sostanza il Parsifal direziona una parte dell'occhio critico dello spettatore verso i problemi e le sofferenze di una società multiculturale senza però palesarlo, rendendo solo una nota sottile che lascia l'interpretazione allo spettatore al quale alimenta suggestioni di carattere drammatico come lo scenario di una possibile adozione; inoltre nel film è del tutto assente la figura della madre, anche qui senza una spiegazione (io però non escluderei l'ipotesi di una fantascientifica monogenesi, tema caro al regista).

    Le opere del Parsifal quindi sono in grado, tra le altre cose, di far calare lo spettatore nei panni dello sceneggiatore, creando in ogni visione una sorta di esperienza unica e irripetibile che lui stuzzica e alimenta sapientemente con raffinate scelte che derivano dal suo incredibile talento.