L’altra Annarella

  • 1994: Gigi D’Alessio spopola tra le provaselle con la celebre Annarè. 1995: Danilo, giovane neomelodico già approdato su questi lidi con Nun sò n’amante, ha la geniale idea di dare a un suo brano lo stesso nome della hit dalessiana. Il pezzo passa inosservato, nè Youtube gli porta maggiore fortuna: appare nel gennaio 2008 sul canale di Paolo D’Alterio, fratello e manager di Danilo, e totalizza meno di duemila visite in tre anni. I nostri fedeli lettori sanno che la policy di Trashopolis è quella di pubblicare solo video inediti, ma in questa versione di Annarè c’è anche la spledida introduzione recitata, misteriosamente rimossa dalla clip già presente sul Tubo. Un’omissione imperdonabile, dato che il breve prologo è indispensabile per la comprensione del contesto. Danilo esce di casa lasciando la fidanzatina-convivente tra le grinfie dei suoi spietati genitori. La giovine, bella, pura e dalle spiccate doti da lavaportoni, viene subito vessata dal suocero, che vuole tenersi stretto il suo ruotolo d’oro: “Io a figliemo nun t’o rong! E’ inutile ca vai e ca vieni!“. Fuga di Annarella e incipit della canzone, nella quale Danilo racconta di come “divideva il letto” con la fanciulla nella casa dei genitori, in attesa di potersi sposare. Anziché seguire l’innamorata, incintissima come vuole la tradizione del melodramma, Danilo resta a lagnarsi sotto il tetto paterno (“Come è freddo questo letto senza di te“) e a strafogare il sugo di mammà. Il tutto coronato da una citazione tamaresca, con una sola erre (“Ci porterà dove ci porta il cuore“).

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