Se non sono gli ascoltatori a provocarlo, è lui a cercare di proposito la lite. Uno Zio Peppe così iracondo e incontrollabile meritava davvero di essere raffigurato nei panni dell’Incredibile Hulk. Ennesima perla degli anni d’oro di Radio Jolly.
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Si è intravisto una decina d’anni fa su Antenna 3, la televisione ufficiale dell’agro nocerino, e poi è misteriosamente sparito dalle scene. Davvero, non sappiamo dirvi assolutamente nulla di questo Pino Boys e nemmeno Google è in grado di aiutarci. Peccato, perché il motivetto rockabilly in lode della Bionda ossigenata merita parecchio.
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“Il bosco dei cornuti”: il maestro dell’antiporno Roy Parsifal si cimenta con il logoro cliché del cuckhold, dell’adultera e del bull, ma solo per enfatizzarne l’assoluta macchinosità. L’autore dà sfogo alla sua vena più surreale, rinforzata da una recitazione straniante che fa pensare a Brecht riletto da Godard.
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Da una VHS del 1988 trafugata dagli archivi di Pino Di Maio, ecco tre spot che dimostrano come la pubblicità degli anni ottanta non sia unicamente sinonimo di immagini patinate e di vacuo glamour.
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Cementerio Del Terror di Rubén Galindo Jr (1985), ovvero la dimostrazione di come anche il Messico recepiva le suggestioni di Thriller e di Evil Dead. Appare comunque evidentissimo che Galindo non è Landis nè Raimi e i suoi zombie evocano più che altro i luna park di periferia. Noto anche col titolo , il film è un horror moscetto, con i trentacinque minuti iniziali sciupati in chiacchiere. Nel cast c’è anche Hugo Stiglitz. E tutti sanno chi è Hugo Stiglitz.
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Seconda parte del video golden age in cui il Sommo Veggente Gennaro D’Auria commenta Paura nella città dei morti viventi, cult movie di Lucio Fulci (abbiamo pubblicato la prima parte alcuni mesi fa). Incline alla divagazione come l’Enrico Ghezzi dei tempi d’oro, il Gennarone inventa neologismi a raffica (“il loculo è lo spirito spirituale del soggetto che si è impiccato”, la “bara mortuaria”). Inquietante il riferimento al “prete che si è impiccato nel 1800 a. C.”.
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Dopo le ultime interviste e le sconcertanti rivelazioni sul passato di Zio Peppe, torniamo al materiale di repertorio. In questa clip il leggendario deejay di Radio Jolly è ancora un ragazzino di 88 anni e tiene a bada gli ascoltatori che lo insultano in privato. Il monologo di Don Peppe Sorrentino risulta comunque molto più credibile e garbato di quello di Silvio Berlusconi relativo alle accuse sul Rubygate. Audio e fotoritocchi (c’è bisogno di ripetervelo?) di Mauro Nicastro.
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“Annarè”, brano del 1995 dell’oscuro neomelodico Danilo, che con la hit di D’Alessio ha in comune solo il nome. La trama: Danilo esce di casa Danilo esce di casa lasciando la fidanzatina-convivente tra le grinfie dei suoi spietati genitori. La povera Annarella, nonostante le spiccate doti da lavaportoni, viene cacciata via dal suocero. Anziché seguire l’innamorata, incintissima come vuole la tradizione del melodramma, Danilo resta a lagnarsi sotto il tetto paterno.
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