Lo strano caso di Francois De Gerard


  • Dopo Deejay Moquette, oggi vi facciamo incontrare l’altro Grande Mito del remix, quel misterioso Francois De Gerard che alla fine dello scorso millennio contribuì con i suoi mp3 a trasformare  Zio Peppe, Tonino ‘O Scienziato e Gennaro D’Auria in autentiche leggende internettiane. Innanzitutto beccatevi la sua discografia integrale, cliccate sul banner e scaricatela, così capirete di cosa stiamo parlando.

    Tutto il resto che c’è da sapere ve lo facciamo raccontare direttamente da Francois De Gerard, Fdg per gli amici, che dopo anni di fughe, elusioni, dribbling e smarcamenti degni del miglior Garrincha, ha deciso di confessarsi al vostro affezionatissimo Kuros. Eccovi l’intervista.

    Chi è esattamente Fdg?

    François Gerard era un pittore del periodo napoleonico. Sono un appassionato di pittura classica, anche di arte moderna e di verniciatura a spruzzo.

    Perché mantiene la sua identità nascosta?

    Per le stesse ragioni per cui non posso spiegarlo adesso.

    Cosa fa Fdg attualmente?

    Mi occupo di pittura, fotografia e verniciatura a spruzzo. Faccio le copertine per Toilet, un’antologia di narrativa e altre copertine per la 80144 edizioni.

    In alcune occasioni lei ha dichiarato di avere avuto problemi psichiatrici. È vero?

    Ho avuto due o tre momenti difficili ma mi hanno curato. Sentivo la gente che parlava anche quando ero da solo ed ero fissato con qualsiasi oggetto spruzzasse. Acqua, vernice, olio, tutto andava bene per passarci ore. Sono stato diverse volte in clinica, lunghi periodi di riposo. Ora non sento più nessuno parlare da diversi anni.

    Perché ha dedicato tre album musicali e alcuni remix agli eroi delle vecchie tv e radio private?

    Ho scoperto quei talenti della televisione indipendente dopo un incidente che mi ha tenuto a letto per mesi. Era la metà degli anni 90. Era anche il periodo del breakbeat e di Fatboy Slim, dei campionatori. È stato molto naturale ma oggi mi sembrano lontanissimi, non riesco a coltivarli più.

    Come ha lavorato a questi album? 

    Non avevo mai pensato di fare degli album, mettevo insieme dei pezzi di discorso (di Gennaro D’Auria per primo) che mi sembravano avere attinenza tra loro anche se provenienti da momenti diversi. A volte stavano semplicemente bene insieme o raccontavano qualcosa. Ovvio che dovevano stare sul tempo come avrebbe fatto un rapper se avesse cantato. Poi, l’idea dell’album per fissare un momento temporale, una Polaroid di quello che mi aveva preso in quel periodo. I Rèmix erano versioni diversi di un pezzo, a volte pensate per avere una diversa enfasi o una semplice alternativa visione della stessa cosa.

    Molti spesso confondono i lavori di Fdg con quelli del suo collega Deejay Moquette. Cosa vi rende differenti?

    Moquette è uno dei miei migliori amici. Il suo approccio è molto più goliardico del mio. Io vivevo una condizione di immersione completa in quella musica che per alcuni anni assorbiva la quasi totalità delle mie giornate. Cercavo di farci suonare più gente possibile anche per non stare troppo da solo. Mi teneva lontano dagli oggetti a spruzzo.

    Sì, su questo io e lei siamo abbastanza simili. Il trash televisivo e radiofonico vissuto come epopea dai risvolti tragici, anziché come spunto per riderci su. Quali sono a suo avviso gli elementi che trasformano Zio Peppe, Tonino ‘O Scienziato e Gennaro D’Auria in eroi da romanzo? 

    So’ splendidamente fetienti in tre modi completamente diversi. Zio Peppe è grande interprete del suo tempo dimenticato, una testimonianza vivente del peggio del secolo scorso. Gennaro è uno che se non lo vedi non ci credi. Un personaggio sfuggito dalla storia al suo autore. Tonino è avanti, avanti a tutto e tutti, forse non è nemmeno di questo pianeta. Quante pernacchie gli hanno fatto quando diceva che Bassolino era un ladro e tutta Napoli credeva fosse il miglior sindaco mai avuto?

    Ci descriva nel dettaglio i suoi lavori discografici

    “Morlais et Blastak” è il disco dell’amore, tutto dichiarato e dedicato a Gennaro. “He-art & TV” è l’assuefazione alla peggiore televisione che poi diventa la migliore se sai leggerla con il codice giusto. “3” è l’esasperazione, il 3 era raffigurato come parte di un cazzo non a caso. Rappresentava per me l’apoteosi della stronzaggine ma anche la voglia di guardare altrove. Infatti è pieno di special guest diverse dai nostri soliti tre eroi.

    Pensa di dedicare nuovi lavori agli eroi della tv contemporanea?

    Non ce ne sono più di quegli eroi. Gente come Berlusconi e i suoi sono trash ma mi danno i brividi, non mi fanno ridere quindi niente da fare.

    La sua discografia verte tutta quelli che successivamente sarebbero diventati i protagonisti assoluti di Trashopolis. Ci ritiene in qualche modo suoi figli illegittimi?

    Non ho figli, ho scelto di non riprodurmi ma vi voglio molto bene. Vi ritengo appassionati delle stesse cose che ho amato io. Gente che prima o poi si incontra anche se fosse ai due lati del pianeta. Noi siamo più vicini per fortuna.

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